GLI EUROPEI DI JOHN WAYNE

I campionati Europei di Roma sono alle porte.

Davvero? qualcuno si chiede. Non ce ne siamo accorti.

Eh, perchè dovevamo guardare uno di quei vecchi film di John Wayne, perchè la trama di questo romanzo italianpopolare sportivo assomiglia a quelle pellicole in bianco e nero, con il grande attore americano protagonista.

Spieghiamoci meglio.

Se non ve ne siete accorti perchè la campagna promozionale ha come slogan “anche se non si sa troppo in giro, è lo stesso”… è perchè – dice Aladino – basterà sfregare sulla lampada magica quando lo dirò io… e l’Olimpico dalla bella e nuova pista color azzurro si riempirà di gente.

Ma voi non ve ne fate una ragione. Siete tra quelli che – i soliti grilli parlanti! – sono un po’ stupiti nel non aver visto, nei punti nevralgici della Città Eterna (per esempio Roma Termini) neppure uno straccio di cartellone pubblicitario (accorrete brava gente! ci sono gli Europei!!).

Uffa, che barba! Siete dei corvacci, andrà tutto bene. Garantisce il vertice che lo Spirito Santo riunirà in un solo corpo volontari e tifosi. Se necessario caleranno dal cielo.

Sai che effettone?

E questo alla faccia dei mai goduti che lamentano la disorganizzazione generale, i ritardi, e un ufficio stampa demandato ad agenzia esterna.

Non se ne parla? Perchè nessuno parla?

Dicono che sia per lo spauracchio. Il babau: se parli e sei tesserato… Zac! deferito alla Procura Federale (Oh, ambasciator non porta pena: è un semplice sussurro raccolto qui e là, stai mai a vedere che…)

E allora, sì, dai, siamo nel film western, i Sioux incalzano, hanno mille frecce polemiche e diecimila lance arrabbiate, ma a noi non fa un baffo. Appollaiati nella trincea, ci basterà il caricatore dell’eroe protagonista: pum, un proiettile ogni mille nemici, finchè non arrivano i nostri con tanto di trombettiere.

Ascoltate Pier Capponi. “Suonate pure le vostre ansie, noi suoniamo le nostre certezze!”

Grazie a Dio c’è la pista.

Tamberi… Jacobs… presto su questi schermi.

Bando alle nostre precauzioni, ai nostri scrupoli. In fondo, non va così anche in politica?

Il dibattito tra europeisti e antieuropeisti?

Cose da “boomer”, è superato.

Siamo tutti d’accordo, viva l’Europa.

Però… quale? Un’Europa come? E con chi?

Con Ursula o senza Ursula?

Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, cantava Vasco. Ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi, chiosava.

Quasi quasi ci hanno convinto. L’Europa dei Campionati Europei va trattata come fosse un’automobile.

Da configurare.

Scegliete la versione, l’equipaggiamento, gli optional.

Possiamo mai dubitare sul successo di Euro-Roma?

Se noi avremmo voluto un padrone di casa organizzato, tempestivo, calendarizzato nella promozione, propositivo e innovativo nelle scelte (ah, il museo Mennea), forse rappresentiamo il passato.

Oggi c’è “Doc”, il genio visionario di Ritorno al futuro.

Vedrete che, quando sarà il momento, basterà aspettare quel fulmine che si abbatterà esattamente all’ora zero del giorno zero. E vai poi tu a lamentarti della poca prevendita, e delle incredibili promozioni (prezzi da cappuccino e brioche) che sanno di Olimpico ancora vuoto. Non ci sono volontari? Li arruoleremo sul campo. Poca reclame: chi se ne frega? Poche informazioni preventive. Basta allarmismi, scocciatori!

Andrà tutto bene, vedrete.

Ecco, Doc, mi ha convinto, salgo sull’auto. Pronto. Ecco il fulmine, la saetta: parto!

Si muove anche il calendario. E dire che ho scritto bene… Roma… Europei di atletica…

Oh, ma quello chi è?

Sarà mica Cindolo?

Diego Costa

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