L’INCAPACITÀ DI DIALOGARE

Fin dai primi vagiti di questa consiliatura, la federazione di atletica leggera presieduta da Stefano Mei si è distinta per questa peculiarità. La mancanza di dialogo.

Potremmo fare decine di esempi, ma forse quello più eclatante è quello relativo al famigerato Challenge, inviso da tutte le società, ma ribadito ogni anno, in sprezzo delle comunicazioni firmate dalle società che ne avevano richiesto l’abolizione.

Per ultimo, questa vicenda del rinnovo delle convenzioni con gli Enti di Promozione Sportiva, visti sempre dalle federazioni come figli di un Dio Minore, avendo il peccato originale (secondo qualcuno), di essere nati come braccio dei partiti nel mondo dello sport.

Il comunicato della Fidal, che a 48 ore da un evento storico come Vivicittà, intima ai comitati regionali di non dare nessun supporto alle manifestazioni organizzate dagli EPS, come se sudore, gambe, polmoni fossero differenti a seconda della tessera che si ha in tasca. Durissima la replica dell’UISP che in una nota ricordando i riconoscimenti del CONI, dello Stato e la recente modifica dell’art. 33 della costituzione, minaccia di ricorrere al Garante per la concorrenza del mercato (che più volte negli ultimi anni ha condannato diverse federazioni per abuso di posizione dominante nei confronti degli EPS).

Ma qual è l’oggetto del contendere?

Gli EPS, hanno chiesto sostanzialmente di poter superare il veto di partecipazioni per i propri tesserati alle corse su strada di livello nazionale, proponendo una mediazione. Le maratone e le mezze solo per i tesserati fidal mentre per le altre distanze anche se inserite in calendario nazionale apertura ai tesserati EPS.

La risposta è stata il comunicato: niente giudici, niente riconoscimento, attenzione ai tesserati fidal che rischiano le possibili e discendenti conseguenze in punto assicurativo e fiscale.

Una incapacità al dialogo inspiegabile in un mondo che è profondamente cambiato negli ultimi anni, mentre sembra che la Federazione sia rimasta al medio evo.

Inspiegabile anche per il ruolo del segretario Generale Alessandro Londi, che tutti sanno, senza nascondersi dietro ad un dito, molto vicino all’ASC, l’ente di Promozione di Confcommercio, che guarda caso è uno dei 3 che hanno firmato la convenzione, uno dei due che non ha firmato un duro comunicato di tutti gli Enti contro la nomina nel CDA di Sport e Salute di Caiazzo, un espulso dell’ASI poi divenuto dirigente della Libertas (che guarda caso è il secondo ente che ha firmato la convenzione insieme allo CSAIN, l’ente di Confindustria).

La domanda che ci facciamo, ma sono questioni di principio, o dietro queste prese di posizione ci sono interessi da difendere?

Ed il Consigliere di riferimento Cantales, perché non è stato capace di arrivare ad un compromesso accettabile?

Diego Costa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Facebook
Instagram