FENOMENOLOGIA DEL FULMINE

Si chiama fenomenologia del fulmine.

E’ vecchia di circa venti milioni di anni, si fa risalire alla scoperta che delle scimmie che avevano imparato a camminare su due zampe, gli ominidi, avevano fatto, senza induzione. La scoperta del fulmine. La scoperta di questa scarica elettrica proveniente dagli dei che, sulla terra, colpiva abbrustolendo animali o vegetali.

Così come fanno i bambini, gli ominidi per capire la materia delle cose, le mettevano in bocca, ne assaggiavano il sapore. Mangiare è sempre stato del resto un atto di sopravvivenza, fino all’avvento di Barbieri, Locatelli e Cannavacciuolo.

Una fenomenologia casuale, estemporanea. Diventata poi, più vicini a noi, una legge di Murphy, o quasi: se una sfiga deve capitare, capiterà.

Ma questa è un’altra cosa.

In tempi di negazionismo diffuso, assistiamo passivamente al cambiamento climatico, al susseguirsi delle stagioni, vivendo alla giornata.

Del resto, in una sua recente apparizione tv, il presidente della Fidal, Federazione Italiana di Atletica Leggera, lo ha detto a chiare lettere. “Siamo un po’ in ritardo con la macchina organizzativa ma, così come accade nel calcio, gli sportivi italiani non comprano più i biglietti di prevendita, si affollano ai botteghini nei giorni antecedenti il grande evento. Sono convinto che lo stadio Olimpico sarà pieno per il richiamo dei nostri campionissimi”.

Stando così le cose, quindi, la fenomenologia degli Europei è la medesima del fulmine, quella degli ominidi identica a quella degli uomini.

L’assunzione pubblica di responsabilità, dagli studi tv di Sky, ha forse portato a una accelerazione delle cose?

Forse sì, o più naturalmente no. Il fatalismo incombe.

Si vive alla giornata.

Seduti noiosamente alle proprie scrivanie, si guarda l’orizzonte con occhi cerulei e si aspetta l’illuminazione.

Come “Your sport for life” contest rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, che mira a rimarcare i valori dello sport realizzando brevi cortometraggi. In cambio si vincono biglietti per gli Europei 2024. Iniziativa di cui la Fidal rivendica la paternità.

Eppure a novembre “La Gazzetta del Nebiolo” – un bel giornalino creato nel 2022 nell’ambito di MontalCit Insieme per la scuola, progetto dei genitori della scuola Rita Levi Montalcini di Torino, composto dagli atleti dello Stadio Primo Nebiolo di Torino, scrisse alla Fidal.

Dal giornalino piemontese, foriero di notizie, video e documentari sull’atletica vissuta a Torino e in Piemonte (trasmettono in streaming anche le gare di atletica e i campionati italiani che si svolgono in regione) fu inviata una mail all’ufficio comunicazione Fidal. “Ehi Houston, abbiamo un’idea”.

Siamo a proporvi – scrissero i ragazzi – una collaborazione per la realizzazione di un progetto per la promozione dell’atletica giovanile”.

A rileggere, oh, non ci crederete! si propone (pari pari) l’idea del concorso rivolto a chi va a scuola: suggerendo di filmare storie, cortometraggi sulla personale passione, sul proprio modo di vivere lo sport.

In palio, proponevano dal Piemonte, biglietti gratis per gli Europei.

La risposta?

Ne parliamo più avanti.

Pater incertus, dicevano i latini, ma, sulla mater, nessun dubbio.

A meno che… sta a vedere che non ci sia voluto un fulmine.

Forse.

Chissà.

Diego Costa

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