INVITO AL MEETING CON DELITTO

Golden Gala Diamond League 2023 | Firenze, 02.06.2023

Miseria e nobiltà di una notte fiorentina, a meno di un anno dal Golden Gala andato in scena nella stagione dei gigli.

Sono trascorsi nove mesi da quando – il 2 giugno – la grande festa internazionale dell’atletica in Italia si trasformò in un autogol di stile. Inatteso per chi, come noi, stava seguendo la terza tappa della Golden
League, con trepidazione, e con l’entusiasmo dovuto per le performances dei campioni “fatti in casa”: Larissa Iapichino e Leo Fabbri.

Senonchè la fresca sera fiorentina, illuminata dal primato mondiale della keniana Faith Kipyegon sui 1500, davanti agli occhi di un Sebastian Coe che proprio a Firenze scrisse la storia, fu scossa da un fulmine a ciel sereno.

Fu il più autorevole telenarratore dell’atletica, il collega Franco Bragagna, a farci sobbalzare. O forse precipitare sulla terra, mentre noi stavamo volando come Larissa sulla pedana del lungo.
Capitò quando Bragagna, come è nelle corde di un giornalista serio, dette una notizia.

Alla festa italiana 2023 del tour mondiale, dedicata alla memoria di Pietro Mennea, non è presente la signora Manuela Olivieri, la moglie dell’indimenticato Pietro.
Senza scendere nei particolari.

In quelli si affrettò a calarsi il vertice federale. Chi lo rese pubblico fu nelle ore successive oggetto di commenti durissimi da parte del presidente Mei. Pronto a sottolineare la “figura barbina”, o l’inadeguatezza del commentatore (“sciocchezze non verificate”) tramite messaggi privati. E per alcuni pronto ad annunciare azioni legali per tutelare la sua immagine e quella della Fidal.

La signora Mennea, disse la Fidal, è stata invitata, ma non è venuta, fu la difesa d’ufficio adottata, salvo poi incassare la replica: non ho ricevuto alcun invito, rispose Manuela Olivieri affidandosi a undispaccio dell’Ansa.

Come un match tennistico, il servizio passò di nuovo a Mei che fece inviare lo screenshot di una mail inviata all’indirizzo di posta elettronica della signora Mennea, con tanto di data e orario in calce. E ancora la replica, stizzita, dalla Federazione: ecco la prova, ecco la mail che abbiamo inviato.
Un novello Shakespeare. Tanto rumore per nulla.
Ma Shakespeare ha scritto anche “La tempesta”. E a Spezia c’è il mare.
A distanza di mesi dall’accaduto, nove per la precisione, il caso ha “partorito” una denuncia per diffamazione.

Frutto di una ricerca investigativa, condotta dalla Crime Study Investigation e presentata da Manuela Olivieri Mennea. Perchè la mail di allora è un falso, lo ha stabilito l’agenzia investigativa internazionale.
Da singolare di tennis al club delle Cascine, ora si passa in una sede più autorevole. Non è più solo un’indiscrezione raccolta dalla stampa, ma un tema all’attenzione della Procura.
Sarà materia non per un direttore responsabile di testata ma per un giudice.
Direte: la storia finisce qui.
Invece c’è un’appendice, tristissima, da sottolineare. La prima conseguenza dello strascico giudiziario è stata la decisione del vertice federale di sospendere in via cautelativa alcuni dipendenti. Ne tuteliamo
così l’integrità, dice la Fidal.

Una procedura un po’ singolare, verrebbe da dire. Ci sarebbe sembrato più coerente che i dipendenti – additati come responsabili del pasticciaccio da parte della Federazione – rimanessero al loro posto, a
maggior ragione se si fosse trattato di un errore in buona fede.
È davvero sgradevole anche solo il sospetto di essere davanti a un abuso di potere, al caso dell’Imperatore che suona la lira e manda al rogo l’anello più debole della catena.
Di sicuro è questa un’altra pagina di storia di cui l’atletica italiana avrebbe volentieri fatto a meno.

Foto di GRANA/ FIDAL 

Diego Costa

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