LA LUNGA MARCIA DI ABDON PAMICH

Oggi compie 90 anni un mito dello sport italiano.

Se vogliamo dare ad Ugo Frigerio la palma del capostipite della Marcia Italiana, e a Pino Dordoni il titolo di “maestro” che ha dato i natali alla “scuola” di Marcia Italiana, ad Abdom Pamich si deve certamente l’anello di congiunzione tra la Marcia “dura e pura” a quella moderna di Maurizio Damilano e di chi venne dopo di lui.

La longevità atletica ed umana di Pamich a cui vanno i nostri auguri per i suoi meravigliosi 90 anni, denota il carattere forte del marciatore fiumano la cui vita potrebbe essere ben rappresentata da un film.

Tutti gli appassionati conoscono le vicissiudini di Pamich, dalla fuga insieme al fratello Giovanni da Fiume, città dei suoi natali, al campo profughi di Novara, per poi iniziare a praticare quella bella specialità che si chiama Marcia.

Era dapprima destinato alla Boxe, grazie allo Zio organizzatore d’incontri, poteva avere una carriera da Portiere, ma non si presentò al provino, alla fine l’amore per l’atletica ed in particolare per la Marcia prevalse su tutto, e si sa, al Cuor non si comanda.

Nato il 3 ottobre del 1933, esordisce al Trofeo Pavesi nel 1952, vincendolo per passare nel giro di due anni alla maglia della Nazionale. Cinquantista nato, con la resistenza nel DNA, fortificata dalle lunghe passeggiate in montagna, ma che si sapeva mettere in luce anche nella 20 km.

Vincerà l’oro olimpico a Tokyo nel 1964, nonostante una sosta “tecnica” che non gli impedì la rimonta sul suo grande rivale, il britannico Nihill. Il suo più grande rammarico è legato a Melbourne 1956 dove avrebbe potuto facilmente conquistare il podio se non vi fosse arrivato con un sovraccarico di allenamento che gli impedì di finire meglio del quarto posto.

A Roma, ’60, “in casa”, conquistò un bronzo, anche lì un po’ stretto, poi il trionfo in Giappone quattro anni più tardi in una gara dai contenuti tecnici altissimi.

La sua carrierà lo porterà anche a Città del Messico 1968 e Monaco 1972 dove fù portabandiera, ma con scarsa fortuna, ritirato in Messico e squalificato in Baviera.

Ha gareggiato sempre per i colori della ESSO, l’azienda per cui lavorava. Si calcola che abbia marciato almeno due volte la circonferenza del globo terrestre.

Nel suo palmares ci sono anche due titoli europei (Belgrado ’62 e Budapest ’66), un argento europeo (Stoccolma ’58) , un primato mondiale nella 50 km. in pista ottenuto all’Olimpico di Roma nel 1961, un record Olimpico nella vittoriosa gara di Tokyo 4h11’12″4. Ha inoltre vinto 3 volte i Giochi del Mediterraneo (Barcellona ’55, Napoli ’63, Smirne ’71).

Cultore della fatica, di uno stile di vita sano, si presentò anche ai Campionati Mondiali Master di Roma 1985 all’età di 52 anni, vincendo la 5 km. di marcia.

Una curiosità: Pamich ha gareggiato, marciando, alle prime 5 edizioni della Roma Ostia, (28 km) dal 1974 al 1978 per poi tornare a gareggiare sempre nella Roma Ostia, sulla distanza di mezza maratona nel 2014 marciando sotto le tre ore.

TANTI AUGURI ABDON!

Roberto De Benedittis

1 thought on “LA LUNGA MARCIA DI ABDON PAMICH

  1. Come al solito devo di nuovo intervenire volevo ricordare a Roberto De Benedittis che lo scopritore e allenatore di sempre di Abdon Pamich e’ stato Giuseppe Malaspina.
    Tra cui Malaspina ha fondato la 1 scuola di marcia in Italia. E’ stato anche Tecnico della Nazionale Italiana. E tutto scritto nei documenti, giornali e sul libro Memorie di un Marciatore di Abdon..Grazie

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