CONSIGLIO FIDAL: TRA SEGRETI E BUGIE

Approvato il bilancio

Il bilancio consuntivo d’esercizio della Fidal è stato approvato ieri con sette voti favorevoli e cinque contrari.

Un Consiglio federale, tuttavia, destinato a essere ricordato.

Si sa infatti che i termini di legge sulla convocazione del consiglio erano stati superati. Il bilancio doveva essere cioè licenziato entro la fine del mese di giugno. La Fidal aveva tuttavia ottenuto una deroga da parte del Coni. Eppure l’annuncio della data stabilita per riunire il consiglio per questa scadenza tardava a venire: nulla di così strano, pensavano dai banchi di minoranza, abituati come sono a ricevere convocazioni, delibere e documenti sul filo di lana. Anche a poche ore dal Consiglio stesso.

Stavolta però… Non essendo stati rispettati i termini di legge per la convocazione, che prevede contestualmente la comunicazione dell’ordine del giorno, non presente nella convocazione stessa,  i consiglieri di opposizione si sono rivolti alla Presidenza, con una nota – per conoscenza inviata anche al ministro dello sport Abodi e al presidente del Coni Malagò – chiedendo contezza dei motivi del sistema adottato e di questa convocazione fuori dai limiti di legge.

La risposta scritta fornita (solo ai consiglieri) replicava a tono: la convocazione del 29 settembre è stata fatta nel rispetto dello Statuto.

Autogol clamoroso! A stabilire i termini di legge non è uno Statuto federale, bensì un articolo ben preciso del regolamento organico.

Ieri, a premessa dei lavori dell’assemblea riunita nella sede federale a Roma, sconfessando la precedente risposta dei vertici, è intervenuto il presidente del collegio dei revisori dei conti Angelo Guida, con una dichiarazione destinata a chiudere il caso.

“ Il collegio – ha detto Guida – ha ricevuto la nota dei sei consiglieri (di opposizione ndr.) e anche quella del presidente Mei circa l’asserita inosservanza del’articolo 29 comma 2 del regolamento organico. Il Collegio non può che prendere atto della violazione perché l’articolo parla chiaro e su questo punto ha avuto modo di esprimere il proprio giudizio nel verbale n.14 del 27 settembre 2023 e cioè appunto che il termine non è stato rispettato”.

A questo punto ci sarebbero stati gli estremi per chiedere l’invalidità del Consiglio Federale. Uscendo dall’aula, e quindi annullando il Consiglio ci sarebbero state le condizioni per il deferimento del presidente alla procura federale. Nessuno si sarebbe aspettato che i revisori dei conti avrebbero sconfessato il presidente in modo così netto, ma i consiglieri di minoranza non hanno abbandonato l’aula per un senso di responsabilità verso le società dell’ atletica.

Il Consiglio ha infine approvato a maggioranza un bilancio consuntivo che registra una perdita di esercizio di ‪1.009.171‬ euro, un segno meno di queste proporzioni che si verifica da due anni di fila. Resta una domanda di fondo: come sia stato possibile creare questo buco di bilancio che dovrà essere recuperato nei prossimi esercizi.

Insomma, tra una situazione tecnica in precario equilibrio (un ex ct della Nazionale ha dichiarato che i tanti divorzi tra atleti di spicco e loro allenatori dimostrano evidentemente che il controllo è un po’ sfuggito di mano alla federazione), la conferma della violazione del regolamento organico nella convocazione del consiglio federale, sembra proprio che la Fidal sia in balia dei venti. E tutto questo a meno di un anno dagli Europei di Roma e dalle Olimpiadi di Parigi.

Non hanno lasciato strascichi positivi neanche le recenti dichiarazioni stampa del presidente Mei (“ho ereditato contratti capestro – ha di recente risposto in un articolo pubblicato da La Stampa a firma della collega Giulia Zonca) che rischiano una risposta da parte dei diretti interessati in altre sedi.

Diego Costa

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