LA MARCIA: QUALE FUTURO?

I Mondiali di Budapest, caratterizzati dall’en Plein della Spagna (4 ori su 4!) lasciano in chiave azzurra una immensa Antonella Palmisano e un generoso Massimo Stano. Ma la strada di Budapest ha confermato le grandi difficoltà in cui vive la specialità (di fatto a un passo dall’esclusione dai Giochi Olimpici).

In primis emerge il distacco (disinteresse) di World Atletics che appare (di fatto) come una condanna. Scellerata la scelta di togliere la meravigliosa 50 km a favore delle 35. Di fatto ora 20 e 35 sono la stessa cosa, con gli stessi/stesse protagonisti.

Se a questo aggiungiamo l’assurdità (in chiave olimpica della marcia a staffetta, una idiozia) e che non esiste piu un modello tecnico chiaro, preciso, la confusione e’ totale.

Inoltre, a parte pochi casi, a livello internazionale si marcia male e i Mondiali hanno confermato la non tempestività dei giudici di marcia con pochi squalificati, pochi penalizzati e un ritardo nelle decisioni imbarazzante e che ha falsato non poco ognuna delle 4 gare in programma.

E la Marcia non va emarginata e merita pari dignità con le altre specialità con l’arrivo nello stadio! Su questi aspetti il Comitato Internazionale Olimpico e la World Atletics devono uscire dal loro colposo silenzio. Silenzio (che appare non interesse e non visione) anche della nostra Federazione Nazionale.

È inderogabile un progetto di rilancio della Marcia sia a livello tecnico, che di promozione che organizzativo. La gente meravigliosa della Marcia Italiana lo merita!

Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL.
Gianni Mauri

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