COME È NATA LA CARTA ETICA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

LETTERA APERTA AL CONSIGLIO FEDERALE

Nel CF del 2 agosto è inserito all’odg il punto:

  • Approvazione aggiornamento Carta Etica

La Carta Etica viene approvata dalla FIDAL nel 2013 su iniziativa del compianto Alessandro Talotti, una meravigliosa persona che troppo presto ci ha lasciato.

Alessandro, eletto nel 2012 nel CF in quota atleti, era giustamente orgoglioso di questa sua “creatura”. Si confrontò a lungo con il sottoscritto e con l’allora DT Massimo Magnani, oltre che con il collega Francesco Pignata, prima di arrivare alla stesura definitiva.

In particolare, ci soffermammo a lungo sull’ultimo punto, quello riferito al doping.

La prima stesura diceva semplicemente che chi veniva condannato per doping non avrebbe più potuto vestire la Maglia Azzurra “simbolo sportivo della mia Patria”.

Riflessioni successive ci portarono a dire che era una pena troppo severa per chi aveva infranto le regole attraverso mancati controlli o sostanze stimolanti assunte per disattenzione e non per dolo. Insomma, per quei reati puniti con sospensioni più brevi di quella per quattro anni per doping conclamato.

Ricordo quando mi disse “una seconda chance non si nega a nessuno a meno che il reato sia grave e doloso”.

Da qui venne l’aggiunta che stabiliva che la Maglia Azzurra veniva negata per reati di doping con condanne superiori a due anni.

Nel 2016 la Carta Etica fu oggetto di “feroci” discussioni. L’applicazione Tout Court di questa regola non avrebbe consentito ad Alex Schwazer di tornare a gareggiare in azzurro.

In CF fu ribadito il valore della Carta etica; Schwazer fu però autorizzato a vestire la maglia azzurra poiché la decisione del CF fu che la norma non poteva avere valore retroattivo. Successivamente la FIDAL ha preso numerose altre iniziative concrete per combattere il doping. Sicuramente una delle più significative fu quella di togliere qualsiasi tipo di assistenza federale agli atleti incappati in due Whereabouts.

Perché questa riflessione? Semplicemente per ricordare a chi c’era, ed informare chi non c’era che la Carta Etica è nata ed è stata approvata all’unanimità attraverso un percorso di condivisione indispensabile quando  si affrontano argomenti così delicati e così importanti.

Alfio Giomi, sottoscritta da Massimo Magnani e Francesco Pignata.

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