BILANCIO 2022: TUTTO TACE. OGGI SCADREBBERO I TERMINI.

I dubbi di un consigliere federale scrupoloso sui temi dei numeri del bilancio e delle prassi adottate

La notizia era nell’aria. Se fossimo la voce nell’atrio di una stazione ferroviaria, avremmo dovuto confermare: il consiglio federale Fidal viaggia con (tot) giorni di ritardo. Quanti giorni siano, ad oggi non è dato di sapere… Ma possiamo immaginarne le cause.
Ah, le parole. Hanno un peso, possono essere incisive come un mattone che ti arriva in testa, oppure volare spinte dal vento come le piume. Insomma, il peso è specifico.

Dipende anche dal ruolo che si esercita quando si usano. E il momento in cui vengono usate.

Per esempio: se il segretario generale di una federazione sportiva, nell’ambito di un consiglio federale, davanti cioè a figure che per statuto devono ascoltare e devono assumere un parere a riguardo, ed esprimerlo insomma…

… Se questo segretario generale dice a chiare lettere coram populo “Abbiamo la possibilità (!) di chiudere (il bilancio) in perdita di ‪1.490.000‬, 00 euro utilizzando quindi la riserva disponibile e quasi tutta la riserva indisponibile. (400mila a causa dei rinnovi dei contratti non preventivati, 250mila per la svalutazione delle merci in magazzino a causa del subentro di Joma, 300mila di trasferimento al CR del Lazio che quest’anno non erano in preventivo, 150mila (presunta) dei campionati di cross” voi capite da soli che un consigliere cum grano salis, dotato di un normalissimo senso di praticità, certo, ritiene che si tratti di parole di un certo peso.

Se poi un presidente federale – in aggiunta – precisa che “quest’anno abbiamo dato premi per 900mila euro (ma erano stati messi in preventivo’ ? ndr.) e non perchè abbiamo speso male i soldi” anche questo crea una certa condizione psicologica su un consigliere responsabile che si interroga sui motivi che portano quella federazione a cercare di allungare il più possibile i tempi di discussione, quelli stabiliti dalla legge, del bilancio consuntivo.

Non si tratta quindi di polemiche sterili, frutto di un pennivendolo che male riporta le cose, o a cui vengono raccontate male le stesse.

Si tratta semplicemente di senso di responsabilità. Di un ruolo che si ha il dovere, non il volere, di esercitare.

E così che questi consiglieri hanno domande da porre ai vertici federali.

La prima: perchè, di fronte a una situazione finanziaria così gravosa, non è ancora stato convocato il consiglio che – come detto precedentemente – deve approvare il bilancio consuntivo dell’anno 2022?

Ricordiamo che, a termini di legge, tale convocazione deve avvenire con almeno dieci giorni di preavviso e che, sempre a rigor di norma, lo stesso non può essere procrastinato oltre il 30 giugno.

Si è forse chiesta una proroga al CONI? La risposta viene da sè: siamo a fine giugno e il margine non è stato rispettato.

Resta però un mistero – al di là di obblighi (chiedere è lecito, rispondere è cortesia) come mai nessuna informazione a riguardo sia giunta ai consiglieri federali.

I quali hanno poi tutte le ragioni di questo mondo nell’aggiungere a questa domanda un’altra, che viene di default: perchè mai avete chiesto questo rinvio?

Non è gettare benzina nel fuoco, ma semplice buon senso, domandarsi ancora: il bilancio degli Europei di cross di Torino è stato approvato ? O, dando corpo a voci (qui sì il “costo della parola al chilo può essere più basso, visto che si potrebbe trattare di un’inesattezza… ma si sa, le fragole di qualità costano più di quelle che arrivano da chissà quale Paese…), anche in questo caso si è chiesto di occuparsene in un secondo momento.

Però il consigliere ligio ha il dovere di chiedersi ancora: quali sono i motivi di tale rinvio?

Voci di corridoio, come tali riportate, non prendetelo per oro colato, dicono che il segretario Londi – nella sua carica in seno agli Europei di cross – si sia dimesso prima della convocazione del consiglio per l’approvazione del bilancio riguardante la stessa manifestazione.

Uff! Siamo pedanti se facciamo notare che una cosa del genere è capitata, ci sembra, anche prima della stessa cosa inerente a Fidal Servizi?

Forse sì. Non lo facciamo.

Però la ragionevolezza bussa ancora alle meningi del consigliere avveduto. Che, in quanto tale, prende nota: un’altra affermazione del segretario dice di 400mila euro spesi per i rinnovi contrattuali dei dipendenti. E allora il consigliere si chiede: perchè a dicembre, in sede di variazione dei bilanci, non si è fatto accenno alcuno a queste variazioni? Erano sconosciute?

Eh sì, le parole hanno un peso. Immaginiamo che peso possano avere queste ultime nella testa dei revisori dei conti, chiamati evidentemente dalla loro carica a chiederne contezza, per la regolarità degli stessi ma anche per loro senso del dovere (articolo 52 del regolamento di amministrazione contabilità Fidal: è dovere del revisore dei conti quello di controllare ogni tre mesi la regolare tenuta della contabilità).

Certo, ipotizziamo sia davvero difficile il controllo della consistenza di cassa se effettuata attraverso una call… Ma non vogliamo essere così maliziosi, siamo certi che essa sia avvenuta in presenza.

Già, come cantava Mina: parole, parole, parole… Soltanto parole: il cui peso, non c’è alcun dubbio, non spetta certo a noi nè a quel consigliere avveduto che ha il diritto-dovere di fare domande di questo tipo, vista la situazione finanziaria.

Il peso di certe cose lo stabilirà la Deloitte, quella società di revisione nota in ambienti finanziari di tutto il mondo, chiamata come vuole il Coni a esprimersi sul bilancio Fidal.

Il consigliere insiste: che ne dirà, la Deloitte, di tutte queste cose?

La risposta alla prossima puntata…

Diego Costa

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