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Come Radamès entra a Tebe nell’Aida, così Francesco Fortunato entra nel rettilineo finale di Podebrady e sembra quasi di sentire le note di Verdi. Dopo Madrid si attendeva una conferma, ed è arrivata puntuale dal ragazzo pugliese ormai trapiantato da molti anni nel Lazio, prima ad Ostia alla corte del tecnico bi-olimpico Patrick Parcesepe ed ora a Tivoli, seguito dalla “zio” Riccardo Pisani.

Vittoria e PB per Fortunato che ora, per sua stessa ammissione, guarda ai mondiali di Budapest (ed anche alle Olimpiadi di Parigi, con un altro spirito ed una nuova convinzione.

Che bello rivedere Antonella Palmisano, ed al tempo stesso Eleonora Giorgi al rientro dopo la maternità. Ma la marcia non è solo quella dei campioni olimpici Stano e Palmisano, che pur hanno fatto bene, con il poliziotto 3° e la finanziera 2ª. È anche quella dei giovani Diego Giampaolo e Giulia Gabriele che trionfano tra gli Under 20.

Alla fine sono 11 le medaglie conquistate dall’Italia, una solo in meno rispetto alla Spagna, ma vinciamo 5 medaglie d’oro, tre individuali (Fortunato, Giampaolo e Gabriele) e due di squadra (20 km sia maschile che femminile), altrettante d’argento di cui una individuale (Palmisano) e 4 di squadra con la 10 km. under 20 sia maschile che femminile, e la 35 km. Maschile e femminile. Infine un bronzo (Stano) che ora ha un’avversario in più, che non solo marcia bene, ma è anche… Fortunato.

Come aveva detto il DT alla vigilia, l’Italia della Marcia è caparbia ed umile, doti che servirebbero non solo agli atleti.

Foto di FIDAL /FIDAL

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