CRONACA DI UN EUROPEO INFAUSTO E IMPROVVISATO

Bruxelles 09/12/2023 Allenamento mattutino per SPAR European Cross Country Championships 2023, Allenamento mattutino per Campionati Europei di corsa Campestre- Foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

I modesti risultati dei campionati Europei di cross, Battocletti esclusa, sotto la lente di ingrandimento dell’esperto. Il quarto risultato di squadra peggiore di sempre, forse, non è venuto per caso

Non tornavo a Bruxelles proprio dall’ultima edizione dei Campionati Europei di Cross (2008; in quel caso, per noi, una sola medaglia individuale, l’oro U23 di Andrea Lalli e l’argento a squadre U23 maschile), gestiti e organizzati, allora come oggi, dall’amico Jos Van Roy, uomo che è stato magistralmente alla guida di ben 4 Mondiali e 2 Europei di questa disciplina. 

Anche questa edizione è molto ben riuscita da tutti i punti di vista, in particolare da quello tecnico, per complessità, spettacolarità e fascino del percorso (salite-discese, cambi di direzione, quindi di velocità) e un fondo che a causa del consueto fango (a Bruxelles la pioggia, in questo periodo dell’anno, è parte integrante della quotidianità) ha reso il circuito particolarmente duro, ma molto tecnico. Un percorso dalle basse velocità, dove per emergere bisognava avere una consistente capacità di gestione della fatica. Elemento, quest’ultimo, che si allena quotidianamente, ma si rinforza con la partecipazione a cross “veri”, che purtroppo da noi, salvo le gare “storiche”, non esistono anzi, generalmente, si cercano percorsi semplici, non impegnativi e poco qualitativi sia tecnicamente che, di conseguenza, agonisticamente. 

I nostri atleti più fortunati e/o più vogliosi di migliorarsi vanno a cercarsi gare internazionali, ma il numero è veramente ristretto. 

Un progetto uscito dai radar. 

Lo scorso anno, in funzione di Piemonte 2022 si era parlato di un Progetto Cross, del quale non si è vista traccia, nemmeno per preparare gli Europei “in casa” e tanto meno è proseguito quest’anno…, quindi senza progettualità e azioni concrete, ci chiediamo: dove si va? 

Ecco, allora, che i modesti risultati di questi Europei di Cross (Nadia Battocletti esclusa) trovano almeno una parte di spiegazioni. Altre ragioni di questa brutta giornata (i quarti peggiori risultati della nostra storia) possono essere individuate nei criteri seguiti per la scelta e la formazione delle squadre che, di fatto, dicevano tutto, per non dire niente, in sintesi: “Voi correte, noi scegliamo”. Sulla base di questa filosofia e senza tenere conto del contesto, sono stati scelti gli/le atleti/e.

Allarme per tutto il mezzofondo

Dal Leaken Park di Bruxelles emergono anche altre cose che, almeno dal mio punto di vista, sono riportabili anche ad altri settori, come l’inconsistenza di un’adeguata programmazione. Fino ad oggi si è vissuti molto sull’onda lunga del lavoro fatto precedentemente, del quale, più o meno inconsapevolmente tutto il movimento ne ha beneficiato. Per rimanere al mezzofondo, non solo non esiste un progetto per il Cross, ma neppure per le altre discipline del mezzofondo. Nel senso che non vi è alcun collegamento fra l’attività organizzativa e quella tecnico-agonistica. Lo sostenevo, inascoltato, anche “ai miei tempi”, e parlo degli anni 2000, non solo quando ho fatto il DT. L’attuale struttura tecnica (parlo sempre di mezzofondo) ha dimostrato di non aver ben chiaro quale sia il movimento in Europa e tanto meno nel mondo (certo sanno che gli africani corrono forte…) e solo sulla base  di un certo entusiasmo sono state create aspettative inconsistenti negli atleti stessi, pronosticando possibili piazzamenti per atleti/e sulla base di quanto visto nei cross italiani o senza sapere che qualche buon risultato fatto all’estero era il frutto di un contesto di minore qualità, rispetto ad edizioni precedenti. Le scelte fatte non hanno certo dimostrato la conoscenza delle prerogative e delle difficoltà del percorso, in particolare per le pendenze del circuito, che abbinate ad un fondo pesantissimo, avrebbero cambiato i valori degli atleti. 

Un tecnico non è un ragioniere

Chi rappresenta la Federazione è tenuto a conoscere questi dettagli (che tali non sono) e le condizioni nelle quali si deve gareggiare, perché sulla base delle conoscenze si devono fare scelte funzionali alle condizioni di gara, altrimenti il lavoro diventa meramente ragionieristico. Una gara sulla quale si puntava molto era la staffetta, campione in carica ma, almeno a mio parere, su questo percorso, con le discutibili regole, dettate solo all’ultimo da EA, perché schierare la Sabatini in prima frazione? La ragazza ha dichiarato di avere corso bene, ma ha anche scritto che la giornata di Bruxelles deve servire da lezione, quindi, forse si riferiva alla scelta della sua frazione…; se si guardano i tempi delle varie frazioni, sono impietosi e dicono che Sabatini ha corso 2” più veloce della Zenoni, ma con 100m in meno…, così come lo stesso Arese, che ha corso più piano di Abdikadar, avrebbe dovuto essere tutelato perché su un percorso come questo le sue grandi qualità non sarebbero mai emerse (infatti ha fatto uno dei peggiori tempi fra gli uomini, più lento di molti corridori che in pista vede solo nel riscaldamento). C’è da chiedersi, anche, perché far correre, addirittura da “pre-selezionato” Iliass Aouani, che veniva dalla recente maratona di New York, ma che dopo la gara era stato circa 10gg negli USA, per poi andare in Marocco da parenti; quanto e come si sarà allenato? Possibile che nessuno si sia preoccupato di sapere come si stava muovendo il ragazzo? 

Io, che lo conosco, a Bruxelles, non l’ho visto fisicamente a posto per correre un Campionato Europeo e allora perché non tutelarlo e mandarlo allo sbaraglio, visto che è un atleta sul quale si punta per obiettivi importanti?

Strategia o “appuntamento al buio”?

Insomma, programmare, pianificare, scegliere, verificare, controllare, lavoro di ordinaria amministrazione per chi ricopre ruoli federali, non è sembrato risultare da questa trasferta, ma anche da altre dove la gran parte del lavoro (e dei risultati) spetta agli allenatori personali, con pochi riferimenti della Struttura Federale. 

Solo la conoscenza dei temi e la consapevolezza di quello che si deve affrontare porta a fare scelte motivate che non danno adito a polemiche, ma soprattutto fa capire che, discutibile o meno, vi è una strategia e che, non ci si muove a tentoni nel buio.

Da ultimo, ho notato che a Bruxelles non c’era il direttore tecnico. Lui, stratega di lungo corso, forse aveva subodorato la situazione, chissà.  

Lo spazio per l’unica fotografia lo ha lasciato al Presidente.

Massimo Magnani     

FIDAL COLOMBO/FIDAL

1 thought on “CRONACA DI UN EUROPEO INFAUSTO E IMPROVVISATO

  1. Direi …una descrizione precisa e dettagli da tenere bene in considerazione! Concordo il tutto e ripeto un mio commento …che i parametri/criteri di Convocazione erano sbagliati! Un abbraccio a tutti gli Atleti che con i loro impegno meritano di più! Saluti, Gianluca Gattino

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