C’era una volta un uomo che si chiamava S.

Fu eletto console, scelta dei conservatori, in un modo che gli storici ritengono un po’ fuori dalle consuetudini. Eletto senza aver seguito un cursus honorum. Perchè? Perchè non gli interessava. Non faceva parte, “esse”, dell’aristocrazia che si occupava seriamente di politica, e di cose del genere.

Aveva qualità di fondo, questo sì, ma nessuno poteva immaginare come si sarebbe comportato una volta eletto. Nessuno probabilmente pensava a lui come console, nessuno avrebbe mai immaginato che poi avrebbe fatto tabula rasa di qualsivoglia suo opponente.

Si pensava all’inizio che potesse essere un magnifico comandante, coraggioso e con grande ascendente sui soldati. Lui prese interesse perchè gli piacevano due cose, il gioco e il rischio. Ma a Roma non pensava, preferiva i gladiatori, le donne, i poeti maledetti, gli attori senza il becco di un quattrino.

Ma all’improvviso… E se mi candidassi?

Chissà, forse fu per orgoglio, per rivalsa, sta di fatto che si presentò: una volta eletto offrì ai romani il primo spettacolo, graditissimo all’epoca: il primo combattimento nell’anfiteatro con i leoni.

Riportò vittorie importanti e grandi bottini di guerra, i malevoli dicevano che era meno di quanto si fosse intascato, finanziava le sue campagne elettorali, non dipendeva da un partito.

Insomma, un solitario.

Non essendo un aristocratico, disprezzava chi lo aveva sempre snobbato, ma non era neppure così legato alla plebe che non lo aveva preso in considerazione.

Era tuttavia un vincente, lo dicono le campagne a cui partecipò. Tanto che alla fine fu preso in considerazione: e se fosse S. il miglior console possibile?

Detto e fatto.

E lì cominciò un’altra storia.

Una guerra contro gli altri patrizi, gli aristocratici, uno dei periodi più sanguinosi a Roma.

S. si dipinse alla folla in delirio come “uomo della provvidenza” con finta modestia, narrano i libri di storia. governò invece da autentico autocrate, abbassando il prestigio dei tribuni, e soprattutto divenne famoso per le liste di proscrizione in cui finirono tutti coloro che ponevano dubbi sul suo operato.

Fino a rimanere senza vere opposizioni.

Questa è la storia di S.

Non fraintendete, però. Cosa avete capito?

Vi ricorda forse metodi, certamente più normali, ma comunque dispotici di esercitare il potere e di reagire a chi si oppone?

Se vi ha fatto pensare a chi toglie ogni potere a chi si rivolge a lui esprimendo un “ma” o sollevando un “se”, anche con giustificati motivi, beh, sbagliavate.

Qui si tratta di Silla, Lucio Anneo, il primo dittatore della storia, vissuto 130 anni prima della nascita di Gesù. Raccontato non da chi scrive, che si è limitato a togliere parti cruente, ma da un gigante: Indro Montanelli.

Diego Costa

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