CHI BUTTATE GIÙ DAL-LA TORRE?

Nelle ultime settimane, ci hanno colpito molto le interviste rilasciate dal presidente Mei ad Atletica Live che trovate a questo link e al Foglio a firma di Fausto Narducci che trovate a quest’altro link

Nell’intervista di atletica live, tra gli altri argomenti, il presidente risponde a questa domanda:

Parliamo del DT La Torre. Ereditato dal precedente governo federale, per mesi è parso in posizione vacillante, ora però è molto saldo in sella. È così?

Con La Torre andiamo d’accordissimo. Ininfluente il fatto che sia stato nominato dai miei predecessori: lui è capace ed attento e io mai e poi mai ho voluto mandarlo via: quelle sono notizie messe in giro dai soliti noti, ma destituite di ogni fondamento.

Peccato non ricordino che il 12 aprile del 2021 abbiano postato un articolo dal titolo Il DT La Torre avrebbe presentato le dimissioni?! L’indiscrezione da un quotidiano

nel quale scrivevano: Leggiamo un’indiscrezione davvero sorprendente a poco più di 3 mesi dai Giochi Olimpici di Tokyo: secondo il giornalista Franco Fava, infatti, il DT dell’atletica italiana Antonio La Torre avrebbe presentato le proprie dimissioni.

Come si legge nel suo articolo – comparso sul Corriere dello Sport – “il DT Antonio La Torre avrebbe presentato le dimissioni dopo l’intervista uscita sul Corriere della Sera, nella quale il neo presidente Fidal, Stefano Mei, aveva dichiarato di voler procedere a un totale rinnovo del settore tecnico al termine del Giochi“.

Il pezzo argomenta poi che, nonostante la stima di Mei verso La Torre, appare chiara la volontà di Mei di procedere ad una rivoluzione, la stessa che ha visto il direttore tecnico del Golden Gala dimissionario a un mese e mezzo dal meeting italiano più prestigioso“.

“Riflessione: ci sembra invero strano che il DT si sia inalberato su una decisione – essere sostituito dopo i Giochi – che sembrava chiara sin dal giorno dell’elezione di Stefano Mei, e che è stata peraltro motivo di discussioni a causa dello spostamento dei Giochi (il salvacondotto del percorso tecnico che porta alle Olimpiadi dell’attuale struttura tecnica): come mai, quindi, tutta questa conflittualità su una decisione che era già nell’ordine delle cose sin dalla campagna elettorale? Mistero.”

Tutto era partito da un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 7 aprile del 2021 a firma di Marco Bonarrigo: Atletica, è iniziata la rivoluzione Mei Si cerca un nuovo c.t.: «Donati ha detto che si sente vecchio» tra cui possiamo estrapolare un brano virgolettato attribuito a Mei: «Che io voglia cambiare tutto o molto è noto, che io voglia cacciare le persone è falso. Col consiglio federale sceglieremo i nuovi tecnici, pochi e qualificati, sulla base del curriculum per valorizzare il territorio come non si faceva prima».

Sui nomi Mei non si sbottona: la partenza dell’attuale c.t. La Torre è data per sicura («Non confermo, ma a lui del rinnovo del settore tecnico ho parlato ben prima delle elezioni»), qualcuno fa il nome di Sandro Donati come nuova guida della Nazionale. Ancora Mei: «Stimo molto Donati come tecnico e come persona. La risposta alle voci che circolano sul suo futuro in Nazionale l’ha data lui stesso: si sente vecchio per quel ruolo».

Le indiscrezioni vennero riportate anche da altre testate autorevoli come Oasport.it con il titolo: Atletica, scintille tra Mei e La Torre. Il giallo delle dimissioni, poi ritirate

A Fausto Narducci, nell’intervista al Foglio, ribadisce: “Anche se hanno voluto giocare con un titolo di giornale, io il dt La Torre non l’ho mai messo in discussione.”

Ora, non so se noi rientriamo tra i soliti noti, però diciamo che qualche fondamento forse i “rumors” che davano La Torre in partenza lo avevano. E, diciamo la verità, molto lo si deve a Giovanni Malagò, che, davanti a Stefano Mei, al microfono di Elisabetta Caporale, in diretta RAI, subito dopo l’uno-due assestato dalla coppia Tamberi – Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo pronunciò quel “A La Torre andrebbe fatto un monumento” che sapeva di riconferma sul campo a cui nessuno, neanche Mei, poteva replicare.

Per quanto riguarda il settore tecnico, e soprattutto l’affermazione con cui si dovevano scegliere “pochi tecnici qualificati per valorizzare il territorio”, basta andare sul sito federale e confrontare al link https://www.fidal.it/content/Settore-Tecnico-Nazionale/25434 Il modello tecnico federale del 2020 con quello del 2023. Nel 2020 la struttura si avvaleva di 44 tecnici, nel 2023 ben 55.

I vertici (La Torre, Pericoli, Andreozzi) ed i capisettore (Di Mulo, Tozzi, Mazzaufo, Germanetto) sono stati confermati, mentre sull’endurance (di cui era responsabile ad interim La Torre) è stato inserito Leporati e nei Lanci (che rientrava nel settore di Mazzaufo), Vizzoni che comunque faceva parte dello staff.

Insomma, dell’affermazione “Che io voglia cambiare tutto o molto è noto” è emerso solo il nome di Federico Leporati, il suo ex allenatore. Il modello tecnico non è cambiato, sono state cambiati alcuni nomi ma non quelli apicali, si sono introdotti tre progetti speciali (Nel 2022 Mezzofondo veloce, salti in estensione ed asta mentre nel 2023 al posto del mezzofondo si è introdotto il salto in alto).

Diciamo che non è cambiato tutto ma neanche molto. E per fortuna, perché con questo modello, che ha avuto bisogno, come tutti i progetti, di tempo per poter portare dei risultati, stiamo vincendo come non mai.

Certo, qualcuno sarà convinto che “l’entusiasmo” portato dal presidente abbia fatto la differenza. Noi siamo per la tesi che La Torre sia un ottimo DT nominato a settembre 2018 e che nel 2021 ha ottenuto, in soli tre anni, con una pandemia di mezzo, dei risultati straordinari.

Ed anche se giornalisti professionisti come Bonarrigo e Fava, o altri meno professionisti, erano convinti che il nuovo presidente volesse sostituirlo, evidentemente o si sono sbagliati, o Tokyo ha portato consiglio a qualcuno.

Ma i soliti noti non se lo dimenticano e non dovrebbe dimenticarselo neanche i protagonisti dell’atletica italiana.

Foto: FIDAL/Colombo

Roberto De Benedittis

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