TRIONFO ITALIA. POLEMICA TAMBERI-MEI.

Una vittoria è sempre una vittoria, e se le altre nazioni non hanno schierato il meglio, è un problema loro. Certo che il mega impianto di Chorzów, mal si abbina con i suoi 109.000 abitanti e quindi oggettivamente vedere le gare con quello stadio vuoto è stato un po’ avvilente.

I 24 punti di distacco dati alla Polonia, la dicono tutta sulla solidità del team azzurro, considerando le sei vittorie (Ceccarelli, Sibilio, Tamberi, Bocchi, Weir, Fantini), i cinque argenti (Battocletti, Osakue, Folorunso, Furlani, 4×100 maschile) e i tre bronzi (Crippa, Iapichino e Cestonaro), oltre ai 12 piazzamenti dal 4° all’8° posto.

Certo la formula che più cervellotica difficilmente potrebbe essere, ci dice che la Battocletti vince la sua gara, i 5000, ma è seconda perché un’atleta (per inciso Lettone, tesserata in Italia), il martedì, magari con altre condizioni climatiche, aveva corso più velocemente. Insomma, qualcosa da rivedere c’è sicuramente.

Detto questo, la notizia che più ha fatto clamore, oltre alla straordinaria vittoria di squadra, è la polemica scatenata dalle dichiarazioni di “Gimbo” Tamberi, il capitano, recuperato all’ultimo minuto, che vince con una misura convincente (2,29), e si toglie il sassolino dalla scarpa che evidentemente gli bruciava dal 2 giugno, giorno del Golden Gala. Tamberi parla più del “mancato invito”,rispetto alla trattativa economica per la partecipazione alla gara, ma la risposta del presidente Mei sposta l’attenzione sulle eccessive richieste economiche del saltatore marchigiano. Fa poi un’accenno alle polemiche sull’invito non ricevuto dalla moglie di Mennea, Manuela Olivieri, riferendosi a Tamberi che si sta mettendo in “fila tra coloro che non sono stati invitati”.

Questioni che risolveranno tra loro magari a cena, davanti ad un piatto di pesce. Probabilmente, se l’uscita del capitano era al vetriolo, forse buttarci sopra altro veleno era inopportuno. Ma si sa, il low profile, così come il Noi, rispetto all’Io, è indigesto e quindi rispondere per le rime fa parte del personaggio.

Sarà compito di Antonio La Torre mediare la situazione, forse il vero vincitore di questa Coppa Europa, perché non bisogna dimenticare che se non ci fosse stato il risultato di Tokyo (preparato e non improvvisato), e la conseguente dichiarazione di Malagò in diretta “A La Torre andrebbe fatto un monumento”, probabilmente avremmo un’altro CT a guidare la nazionale.

Piuttosto è divertente constatare che uno dei siti più dediti alle polemiche in atletica (almeno fino a gennaio 2021), non abbia scritto una riga sull’argomento. In altri tempi e con altri presidenti avremmo visto i soliti titoli al fulmicotone.

Roberto De Benedittis

Foto Grana/Fidal

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