FIDAL, I CONTI NON TORNANO

Si rischia il commissariamento

L’immagine dell’atletica leggera italiana porta molti di noi a rivedere attraverso i telefonini le meravigliose imprese olimpiche griffate da Jacobs, da Stano e dalla Palmisano, dalla favolosa 4×100 maschile fino alla capriola gioiosa di capitan Tamberi. Quante volte siamo tornati a rivivere quegli istanti, attraverso i nostri telefonini, per sentire addosso una volta di più quei brividi?

A distanza di tempo, però, per amore di verità e di… futuro, corre l’obbligo di porsi una domanda: è poi questa un’immagine reale dello stato dell’atletica italiana?

O dietro si nasconde un lato oscuro della luna?

Se affidassimo la risposta all’ultimo Consiglio federale i toni non sarebbero affatto rassicuranti.

Un Consiglio Fidal che, secondo indiscrezioni raccolte, sarebbe stato piuttosto movimentato, per non dire addirittura burrascoso.

A rendere alti i toni, c’è prima di tutto un deficit di bilancio ad oggi importante. E le scelte operative, unilaterali del vertice – secondo l’opposizione – non portano a stemperare il pessimismo, poichè avrebbero generato ulteriori situazioni di difficoltà e di confusione. Non ultima la scelta di azzerare le deleghe ai consiglieri.

Il Consiglio si è tenuto il 12 maggio scorso. Come la polvere che si nasconde sotto un tappeto, il comunicato ufficiale del Consiglio non ha fatto alcun accenno ai contrasti che lo hanno caratterizzato.

Certo, è salutata con soddisfazione la partnership sottoscritta con Trenitalia, o il dare il giusto rilievo al fresco campione europeo dei 60 indoor Samuele Ceccarelli, ma il comunicato ufficiale non fa alcun accenno a quelle criticità sollevate per il bene della Federazione che hanno in realtà generato frizioni e preoccupazioni che si sono verificate tra i consiglieri. Tant’è che diverse decisioni sono state assunte a maggioranza e non con la sana formula dell’unanime consenso.

UN ACCESO CONFRONTO

Tutto rose e fiori allora? Non proprio.

In Consiglio c’è chi ha definito “feroci” alcuni scontri che si sono consumati nel corso della riunione. Che siano passati in cavalleria perchè trattavano argomenti di secondo piano?

Giudichi il lettore. Se si tratti di una quisquilia l’annuncio del segretario Londi che, relazionando sul bilancio 2022, ha annunciato un disavanzo di ben 1 milione 490mila euro. A fronte di un patrimonio ridotto a 52mila euro. Questa la situazione, aggiornata al 12 maggio ultimo scorso. Una situazione che induce a temere persino un commissariamento.

Certo è lodevole “l’ampia e complessiva riorganizzazione del Centro Studi e Ricerche”.

Ma perchè non si parla dell’acceso dibattito che ha riguardato i conti dei Campionati europei di cross di Torino, là dove si voleva

far passare un rendiconto da presentare alla regione Piemonte come bilancio della manifestazione, senza completezza di documentazione fiscale? Il che ha portato a chiudere il bilancio specifico con 150 mila euro di passivo (forse ripianati dalla Fondazione Euroma 2024 a fronte di un paio di cartelli sparsi sul percorso).

CHALLENGE E CONTENZIOSI

L’amarezza di una Opposizione che ha fortemente a cuore il destino dell’atletica, perchè chi fa parte di una Federazione scende in campo, non parla di temi astratti, non si ferma qui.

Nessuna collocazione è stata trovata per il Challenge, quel complicato sistema di qualificazione agli Assoluti – riconducibile per semplificazione alle qualificazioni di un torneo di tennis (ma con regole più complesse). E il tema non riguarda una semplice assegnazione “geografica” di sedi, perchè – come in un sistema eversivo di scatole cinesi – a seguito di informazioni sbagliate ed incomplete, si prefigura una guerra tra sponsor a colpi di contratti sottoscritti, un sistema di precedenze non rispettate senza constatazioni amichevoli di sinistro. Qualcosa che la Fidal potrebbe pagare … Karhu.

Per via di un successivo accordo con Joma. E, cosa ancora più grave, sembra che una delibera, la n. 44 su Fidal Servizi, sia stata redatta senza rispettare quanto emerso in Consiglio federale, dice la minoranza, poichè non si è mai parlato di una perdita di esercizio di Fidal Servizi, contestata anche dal Presidente di Fidal Servizi dal consigliere Anna Rita Balzani che puntualmente ha ricalcato la risposta del vicepresidente vicario Baldo: non sono stati fatturati a Fidal, dei servizi per € ‪268.000‬.

IL “CASO” BALZANI

Un tema più caldo che mai, visto che il Consiglio Federale si è aperto con le parole del consigliere Annarita Balzani che ha dato mandato ai suoi legali di verificare se ci sono gli estremi di querela per diffamazione in relazione all’articolo apparso su Repubblica proprio nella mattinata del 12 maggio scorso, diffidando i membri del consiglio dal fare dichiarazioni sulla vicenda che ledano la sua persona, azioni che darebbero inevitabilmente vita a querele di parte. In parole spicciole: il consigliere Balzani come un’esperta tiratrice di scherma, ha pensato bene di parare eventuali stoccate e rispondere preventivamente, sentendosi come vittima di un atteggiamento intimidatorio. Nel comunicato ufficiale ci si limita alla notizia dello scioglimento di Fidal servizi. Votato, ovviamente, a maggioranza.

FONDAZIONE EUROMA

E non è finita qui. Il vicepresidente vicario Baldo ha dichiarato di aver ricevuto una pec da uno studio legale con alcune segnalazioni in particolare in merito alla costituzione della fondazione Euroma 2024. In qualità di tesserato fidal ed altresì di ufficiale di polizia giudiziaria, provvederà alle segnalazioni obbligatorie previste per le funzioni ricoperte. Su questo specifico punto dell’approvazione della convenzione tra la Fondazione Euroma 2024 e la FIDAL, i Consiglieri dell’opposizione sono usciti dall’aula e non hanno partecipato alla votazione, sembra, per non essere coinvolti in eventuali illeciti che potrebbero derivare dalla votazione della stessa (tra l’altro non approvata dal CDA della Fondazione il giorno precedente).

UN CLIMA PESANTE

Che la Federazione sia in difficoltà lo si evince anche dall’ammissione del presidente Stefano Mei che pensa di risolvere la mancanza di conduzione degli uffici federali con l’azzeramento delle deleghe ai consiglieri.

Perchè fare questa scelta? è stata la domanda sollevata dai seggi di alcuni consiglieri.

Il presidente ha risposto che la decisione spettasse a lui, direttamente, senza l’obbligo di determinare alcun criterio.

Parole che come reazione immediata hanno portato il consigliere Del Naia ad abbandonare i lavori per protesta.

In questo clima generale, non rimane che mettere quella che potrebbe essere considerata la ciliagina sulla torta: una sorprendente proposta di arretramento sul fronte della lotta al Doping.

C’È ETICA ED ETICA…

Eh, già. Perchè un po’ per la netta contrapposizione dell’opposizione e un po’ per la mancanza del consigliere propositore, il Consiglio ha rinviato l’approvazione di una proposta volta a modificare la Carta Etica. Tale clausola consentirebbe agli atleti che sono stati condannati a più di due anni per violazione delle normative antidoping di tornare a indossare la maglia azzurra. Le perplessità sono sotto gli occhi di tutti: che segnale darebbe l’atletica se un atleta che si è sempre comportato correttamente, venisse escluso da una competizione internazionale (Europei, Mondiali, Olimpiadi) a favore di un altro in passato squalificato per doping per più di due anni? Se i vertici federali ritengono rivedibile il principio, l’opposizione non ha dubbi nel ritenere più giusta e in linea con i valori dello sport una tutela dei diritti degli atleti che si sono comportati con lealtà e correttezza.

Tutto questo scritto per amore di critica costruttiva. Perchè tutti vogliono il bene dell’atletica italiana.

Diego Costa

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