Tutte le strade potrebbero portare a Roma

Domenica 19 marzo, festa del Papà, abbiamo assistito ad una giornata dove si sono incrociate tante storie ed emozioni che in un triangolo ideale hanno unito Milano, Roma e Barcellona.

A Roma si è disputata la Maratona più partecipata d’Italia, la Run Rome The Marathon, nome altisonante deciso per “sprovincializzare” la maratona capitolina, ma ha ancora difficoltà ad entrare nel cuore dei romani. La neo Presidente di Acea, title sponsor dell’evento, in conferenza stampa ha segnalato come a fianco del nome anglofono necessiterebbe anche un “Maratona de Roma” che sarebbe certamente più accattivante per il popolo romano.

A Milano è andata in scena la 50ª edizione della Stramilano, manifestazione mista tra popolare e tecnico sulla distanza di mezza maratona.

A Barcellona Iliass Aouani ha abbassato di tre secondi il record italiano che Eyob Faniel aveva strappato a Stefano Baldini due anni fa.

Aouani nono nella Catalunya con 2h07”16, meglio del marocchino Allam che a Roma vince con 2h07’39”. Ovvio, percorsi e condizioni diverse che non sono paragonabili. A Barcellona Aouani ha ottenuto gli standard per Budapest e Parigi, non è detto che a Roma lo avrebbe ottenuto.

Certo che il pensiero affascinante di un primato italiano su suolo italiano ci ha sfiorato una volta appresa la notizia del primato italiano dell’allievo di Massimo Magnani.

A Milano si è corso in 59”40 sulla distanza della mezza maratona, un po’ peggio di quanto fatto alla Roma Ostia due settimane prima (59”17).

In tutto questo ci sono due elementi da non sottovalutare: prima cosa l’aumento dei partecipanti. Non siamo ancora ai livelli precovid ma ci stiamo avvicinando sempre di più

In secondo luogo, abbiamo un livello organizzativo che non ha nulla da invidiare alle maratone estere. Abbiamo però un livello d’investimento economico decisamente più basso e questo ci limita nella promozione all’estero e di conseguenza nella partecipazione di massa.

Ultimo ragionamento riguarda il comparto organizzativo della strada. Chi sono gli organizzatori? Persone appassionate certamente, che rischiano in proprio, aziende di un certo livello (RCS e Infront su tutte). Hanno quasi tutte la stessa caratteristica, hanno nulla o poco a che vedere con il mondo della Pista. La Federazione su questo dovrebbe fare uno sforzo di moral suasion e convincere gli organizzatori ad investire sul proprio territorio attraverso quelle società di vertice che potrebbero essere un ulteriore canale di promozione del proprio evento.

In cambio, la Federazione potrebbe rivedere alcune delle “gabelle” come l’odioso euro per arrivato.

In questo senso, tutte le strade “porterebbero” a Roma.

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